Di Luca Spezzaferri e Valeria Cardillo
Sulle note di “I Cento Passi” il 21 marzo scorso a Napoli, come in molte altre città d’Italia, si è tenuto il corteo promosso da Libera e Avviso Pubblico in occasione della ventisettesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
La marcia quest’anno ha assunto un significato ancora più forte, sia perché è stata la prima dal 2019 e sia perché nel 2022 ricorre il trentennio dall’attentato contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme alle rispettive scorte.
Per questi motivi c’è stata una grande partecipazione con ben centomila persone, che si sono recate da ogni parte della regione per manifestare e ricordare i nomi di chi è stato ingiustamente ucciso dalle associazioni mafiose.
Il corteo ha attraversato molte strade della città, fino ad arrivare a Piazza Plebiscito, dove sono stati allestiti dei palchi, su cui sono stati letti a gran voce i nomi delle persone che purtroppo hanno perso la vita.
Per l’occasione c’è stata una fervida partecipazione sia da parte della città di Aversa che da quella di Giugliano in Campania, che hanno dato un grande contributo alla causa e alla manifestazione stessa. Per questo motivo abbiamo sentito la Vicepresidente della Consulta della Provincia di Caserta, Mara Pezzella e il Presidente dell’associazione Polis di Giugliano in Campania, Francesco Bombace, ai quali abbiamo fatto delle domande relativamente al lavoro dietro questa giornata.
C’è stata una massiccia partecipazione da parte delle scuole di Aversa, da sempre impegnate contro la lotta alle mafie. Quest’anno però si è assistiti ad una partecipazione senza precedenti, quanto è stato duro mobilitare tutti gli studenti delle scuole superiori?
«Sono entusiasta della grande partecipazione dei ragazzi alla marcia. In questo caso fieramente non c’è stato bisogno di una grande spinta da parte mia e degli altri rappresentanti, perché i ragazzi si sono dimostrati interessatissimi, vicini alla causa e vicini a Libera. Io penso che tutte queste iniziative, soprattutto quelle volte a sensibilizzare, siano fondamentali. È importante partire dall’educazione ed è importante partire dalle scuole. I ragazzi giovani erano lì consapevoli dei motivi della marcia e avevano il desiderio di capire cosa fosse successo nel passato. I danni che ha provocato la camorra infatti sono un macigno che noi portiamo sulle spalle. Queste dinamiche mi stanno particolarmente a cuore e sono convinta che è lo stesso anche per altri ragazzi come me. Sono contentissima di quello che si è venuto a creare tra le scuole di Aversa e dell’informazione su questo argomento, perché parte tutto da qui. Solo se si conosce la realtà possiamo comprendere e farci un nostro pensiero.
Il mio auspicio è che si continuino a fare iniziative del genere e che i ragazzi vengano coinvolti. Sono convinta che proprio questa sia la chiave, partire nelle scuole, dagli alunni, dai ragazzi».
L’associazione di cui sei presidente si è mobilitata da Giugliano per partecipare alla marcia del 21; insieme a voi erano presenti anche alcuni membri dell’amministrazione comunale. Quanto si avverte la lotta alle mafie nel vostro territorio?
«Il 21 marzo c’è stata la manifestazione di Libera qui a Napoli, in cui abbiamo potuto riscontrare una partecipazione della cittadinanza nelle sue diverse forme: dalle istituzioni nazionali a quelle locali, associazioni territoriali e istituti scolastici.
Noi come associazione, che da anni porta avanti battaglie per il ripristino della legalità, non potevamo non aderire. Da sempre convinti che il cambiamento cominci dal basso, e che passi soprattutto dalla formazione giovanile. È necessario incentivare la collaborazione tra istituti scolastici e associazioni territoriali al fine di dar vita a luoghi di aggregazione nei quali stimolare sempre più, il dialogo, il confronto e il dibattito verso questo fenomeno.
Penso che tutto ciò passi anche dalla individuazione e dalla ricerca di politiche attive da parte delle singole amministrazioni comunali, che possono e devono fare di più per estirpare la presenza della mafia nei nostri territori, perché è proprio dove non arrivano le istituzioni che si insinua la criminalità organizzata.
Gli strumenti ci sono e devono essere messi in campo. Ho apprezzato l’iniziativa dell’Amministrazione comunale di Giugliano in Campania, di istituire l’Osservatorio civico sui beni confiscati, ente il cui obiettivo è quello di convertire immobili in passato sottratti alla camorra, per dar vita a spazi da destinare alla collettività.
La strada è ancora lunga, così come il lavoro che bisogna fare.
Tuttavia, la manifestazione del 21 marzo ci restituisce una fotografia della situazione attuale: i giovani ci sono e si fanno sentire».