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Cervelli in fuga, a cura di Margherita Sarno

La scienza è fatta di dati, come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa. (Henri Poincaré)

Oggi Cervelli in Fuga è con Maria Angela Macario, nutrizionista sportiva per una squadra di Calcio5 di serie A. Una giovane biologa che, sin da subito, sapeva in cosa voleva specializzarsi senza utilizzare un’impegnativa professione come ripiego di un sogno infranto. Scegliere una strada e perseguirla spesso costa caro, tante volte paga, ma il rischio di ritrovarsi a difendere la propria professione da chi non la svolge con passione e preparazione è sempre dietro l’angolo. In un Paese in cui le scelte dei giovani sono deviate dalle difficoltà di costruire un sogno, siamo tutti noi a farne le spese.

 

Ti sei laureata in Scienze della Nutrizione Umana alla Sapienza di Roma, e poi?

A differenza di molti, che solo in seguito scelgono di specializzarsi in Nutrizione, io ho da subito sentito che questo sarebbe stato il mio lavoro ed ero nata per fare la Nutrizionista. Mi sono specializzata a Tor Vergata ed esercito a Roma.

Mi sono resa conto che la più grande difficoltà di questo lavoro è l’essere circondati da persone che non hanno seguito il nostro stesso percorso di studi (laurea, specializzazione, dottorati, tirocini ecc.) ma da molti che si spacciano per Biologi nutrizionisti illudendo i pazienti con soluzioni immediate e semplici, alimentando solo false speranze  e lucrando sulla salute dei pazienti.

Quali sono le difficoltà di questo settore specifico?

Moltissimi appartenenti ad altre categorie invadono il campo dei Biologi Nutrizionisti, dando consigli anche tramite social, mezzi di comunicazione immediati e popolari, facendo a tutti gli effetti   I ‘tuttologi’ esperti di tutto ma specialisti di niente o peggio ancora senza titolo per potersi dichiarare nutrizionisti.

Tutto ciò incide sulla scelta di uno studente o di un laureato di perseguire la professione in questo settore?

Certo, questo porta noi giovani a scoraggiarci e a perdere la fiducia in un Paese che pare non tutelarci per niente, che persegue nell’ignorare chi ha passato una vita a studiare: ci terrei a precisare, infatti, che per elaborare una ‘semplice’ dieta bisogna conoscere il metabolismo, che è composto da decine e decine di reazioni chimiche.

La situazione sarebbe diversa fuori dall’Italia?

Siamo in un Paese in cui l’unica cosa che sembra interessare allo Stato è riscuotere le tasse sull’esercizio della professione entro i tempi stabiliti. Ecco perché molti Biologi scelgono di lasciare l’Italia e intraprendere  esperienze lavorative all’estero in cui vedono più opportunità, più possibilità, più merito e più guadagno.

Tu sei riuscita a trovare, però, pur giovanissima, la tua dimensione nel tuo Paese. Di che cosa ti occupi?

Ho provato, e sto tuttora provando, a non lasciare la città mia natale- Roma- nonostante sia molto complesso perché mi sono arrivate tante richieste da università estere. Ma cerco di persistere con lo studio privato di Nutrizionista a Roma. Inoltre lavoro per una squadra di Calcio che milita in Serie A ( che appartiene alla SS Lazio Calcio5) da quasi 5 anni e mi occupo sia del settore maschile che femminile.

Sono stati loro a scegliermi dopo una serie di selezioni e colloqui.

È una piega della tua professione che non avevi previsto?

Sì, difatti non sapevo assolutamente avrei fatto la Nutrizionista Sportiva, anche perché le donne che lavorano nel mondo del calcio in Serie A sono pochissime ma l’invito da parte loro a fare le selezioni e i colloqui è stato casuale e tra tanti Nutrizionisti hanno scelto me. Devo dire hanno sempre creduto nelle mie capacità e mi hanno sempre stimato sia umanamente  che professionalmente. Almeno finora sono stata l’esempio che non sempre valgono le raccomandazioni e le conoscenze , spesso premia anche la preparazione, lo studio e il merito.

Cosa consiglieresti a dei giovani neolaureati nel tuo settore?

Ai giovani neolaureati direi di non scoraggiarsi, anche se i posti di lavoro sono pochi e la concorrenza è tanta e, spesso rappresentata da chi non ha titoli adeguati. La preparazione, lo studio, l’approfondimento, il continuo aggiornamento ci rendono qualitativamente migliori: il presente e il futuro del nostro Paese sta anche nelle mani di noi Biologi, scienziati veri della vita.

 

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